Era lunedì 9 marzo, ricordo che avevo passato la notte della domenica quasi in bianco dopo aver sentito alcune disposizioni date dal Governo. Quel lunedì sono uscita e mi sono sentita in trappola; avevo iniziato a vedere meno gente in giro ed esisteva un problema chiamato “Corona virus”. Ho fatto tutte le commissioni abituali di quel giorno, ma ero irrequieta, continuavo a pensare a cosa avrei deciso di fare riguardo al mio negozio, ai miei dipendenti ed ai miei clienti. Il giorno dopo decisi a malincuore che non me la sarei sentita di aprire, per senso civico e perché, benché avessi telefonato a tutti per chiedere se avessero sentito disposizioni che mi consentissero di rimanere aperta, nessuno aveva indicazioni ufficiali che mi consentissero di poter svolgere la mia professione. Sono andata in salone, da sola ed ho iniziato ad avvisare tutte le clienti che da quel momento in poi, sarei rimasta chiusa. Non avevo mai visto il negozio in quelle condizioni; non l’ho mai visto con quegli occhi. Era vuoto, buio, triste … o ero io che mi sentivo così? La cosa che mi spaventava di più era il non sapere quando quell’incubo sarebbe finito, ma in cuor mio, sapevo che la mia scelta era giusta, sofferta ma giusta! Quella settimana è stata un susseguirsi di emozioni, dal non sapere cosa ci saremmo dovuti aspettare, al non poter vedere le mie clienti, al non vivere la mia quotidianità in salone ed al non sentirmi libera. Mi piacerebbe raccontarvi di come “Daniela” mi è stata vicina con parole e messaggi che rimarranno per me indelebili; mi ha ricordato di quanto sia bello per lei (e anche per me) venire nel mio salone non solo per farsi bella, ma anche per confrontarsi e confidarsi certa che l’altra ti ascolti e sia davvero interessata a te come persona. “Simonetta” non ha mai smesso di ricordarmi che sono forte, che sono una grande professionista e di averlo dimostrato con il mio atteggiamento. “Antonella” mi ha spronato a dare il meglio di me ed a sorridere anche in questa brutta situazione. È arrivato aprile, ma come? Non mi sono neanche accorta del tempo che avevo perso. Le settimane mi sembravano tutte uguali, avevo perso la cognizione del tempo, mi sentivo privata di ogni cosa, mi sentivo di dover dare risposte certe alle mie dipendenti, alle mie clienti, ma purtroppo mancavano anche a me. Non capivo nulla di ciò che veniva detto dai notiziari, indicazioni contraddittorie e soprattutto niente di certo. Mi preoccupavo della mia situazione lavorativa e mi sentivo impotente davanti a tutto questo, non sapendo cosa fare. Ho dato tutta me stessa nel lavoro, è una passione che ho da sempre ed il fatto che qualcosa potesse portarmela via mi faceva stare male, perché non era per qualcosa che avevo fatto io, bensì per qualcosa che era al di sopra di me, di tutti noi. Ho avuto paura. Sì, paura che non avremmo superato tutto questo. Mi mancava la terra sotto i piedi, la confusione di quello che ti dicevano i giornali, i notiziari, ognuno una cosa differente, le stesse contraddizioni che ci venivano date come disposizioni di sicurezza, il non sapere come affrontare tutta questa situazione mi metteva terrore perché ci si concentrava solo sul problema e non sulla soluzione; io invece sono abituata a trovare soluzioni ai problemi e essere impotente davanti a tutto questo per me è stato ed è devastante. Mi sono organizzata le giornate studiando. Ho pianificato tutti quei corsi che si potevano fare online, volevo comunque dare il meglio di me, volevo cercare di sfruttare questa situazione a mio vantaggio, visto che mi lamentavo sempre di non avere mai tempo abbastanza. Ho letto, ho cercato di tenere unita la mia truppa nel possibile, ma sapevo che nulla sarebbe stato più come prima; credo che una cosa del genere ti cambi, ciò che vivi lascia un segno dentro che ti fa cambiare. La confusione l’ha fatta da padrona e per molti giorni mi sono posta molte domande su come sarei stata “dopo” o come sarebbe stato il modo di vivere, lavorare, la quotidianità. Mi proiettavano una visione lavorativa che il giorno successivo sarebbe cambiata; ogni giorno se ne sentiva una nuova al TG: “domani si apre”,”no, non si apre più”,”domani ci saranno le linee guida”, “le linee guida non arrivano”, poi “si” poi “no” poi boh. Continue informazioni sbagliate e illusorie. Passato tutto questo tempo, dove le certezze che mi aspettavo da una classe dirigente, non sono mai arrivate chiare, è il momento di agire e pensare in concreto a come cambierà l’esperienza in salone, dato che nulla sarà più come prima. Ma il mio volermi prendere cura di voi è sempre presente, avremo più tempo per dedicarci ad una persona alla volta, raggruppando più servizi in modo tale da accontentare tutte e garantire la sicurezza per ognuna di voi. Cambierà il modo di prendere gli appuntamenti e soprattutto, la puntualità andrà rispettata da entrambe le parti. Saremo a disposizione per voi una alla volta e non riusciremo a dedicare servizi per bambini, poiché in salone dovranno essere accompagnati e per le normative saremo in troppi all’interno del salone. Insieme riusciremo a superare anche questa brutta esperienza che ci ha colpiti tutti, insieme saremo rispettosi degli spazi e delle regole che attueremo per la sicurezza di tutti; è una sfida per noi, ma se questo fosse l’inizio per tornare ad assaporare i nostri momenti insieme, lo supereremo. Abbiamo deciso che gli appuntamenti verranno presi solo attraverso questo numero 3337629425, lasciando un messaggio in segreteria se non riusciremo a rispondere oppure tramite whatsapp; questo perché non potremo lasciare la postazione di lavoro per rispondere al telefono, in quanto dovremmo immediatamente sanificare il tutto. Da quanto emerge dalle informazioni che ci vengono date, potremmo convivere con questa situazione per diversi mesi, come potremmo lasciarcela alle spalle per l’estate (come vorrei fosse la seconda opzione quella più vera). Noi ci siamo organizzate e ci troverete pronte. Non immagini come mi senta all’idea di poter tornare a fare ciò che amo e che mi è stato impedito a causa di questo virus; mi sento come una bambina nel suo negozio di giocattoli preferiti, sono in fibrillazione. Beh, sono emozionata, ho voglia di vedervi, di potervi parlare di persona e di capire come e se siamo cambiate e cosa abbiamo da dirci di nuovo; che persone siamo diventate e poter finalmente farvi belle, far sì che vi vediate come ognuna di voi merita soprattutto in questo ultimo periodo in cui siete state private della vostra routine di bellezza. Ho sempre voluto far stare bene una persona quando viene a “casa mia”. Mi piace l’idea che non solo con l’estetica voi possiate sentirvi belle, ma che anche scambiando consigli possa aiutarvi ad affrontare meglio la quotidianità. Mi piace pensare che ci sia un valore aggiunto oltre alla mia professione, che possa farvi sentire supportate, come voi aiutate me ad essere una persona migliore, con le vostre esperienze, con il vostro vissuto che mi raccontate e che mi aiuta a riflettere. Non vedo l’ora di ritornare a lavorare con il mio team, affrontando insieme un nuovo modo di lavorare. C’è una frase che mi ha accompagnata in questo periodo : “La vita è per il 10% cosa ti accade e per il 90% come reagisci” cit. Charles R. Swindoll. Io reagirò con tutta la forza, il coraggio e la voglia per poter migliorare questo periodo per me e per voi; ho voglia di riscattarmi, ci vorrà pazienza e predisposizione al cambiamento ma sono certa che supereremo anche questo, insieme. Io e il mio staff vi aspettiamo per farvi belle dalla testa ai piedi in un battito d’ali.
OraBella
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