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DOV’È NATA LA MIA PASSIONE?

Ciao, mi presento, sono Barbara e ti voglio raccontare una parte di me e del mio percorso fino ad arrivare a dove mi trovo oggi.

Ricordo che ero una bambina molto vivace i miei genitori faticavano a tenermi ferma e io mi annoiavo in fretta nel fare qualunque cosa; la pazienza non è mai stata il mio forte ma ricordo, e lo ricorda anche mia mamma ihihih, che c’era una cosa di cui non mi stancavo mai: pettinare le mie bambole. Mi piaceva, mi rilassava, ero assorta in una specie bolla…ah! che bello!

Mi ricordo quando vedevo mia mamma pettinarsi, truccarsi e smaltarsi le unghie; io ero lì ferma a guardarla, ero affascinata da tutte quelle cose mi piacevano e non vedevo l’ora di toccarle. Quando lei andava via dal bagno mi avvicinavo e tiravo fuori tutta quella meraviglia. Mi mettevo il rossetto che puntualmente rovinavo (non ero molto delicata) e quando mia mamma mi domandava “Barbara, ma hai toccato i miei trucchi?” io facevo finta di cadere dalle nuvole “no mamma…non sono stata io!” come se avessi potuto dare la colpa a qualcun altro. Sono figlia unica…ahahah.

Crescendo non ho mai smesso di avere questa passione, infatti mi pettinavo da sola, mi piaceva acconciarmi i capelli, a volte anche con cose improponibili, ma era bello così.

Andando a scuola ho perso un po’ del mio entusiasmo; molte mie insegnati mi hanno demotivata. Ricordo ancora che secondo loro non avrei mai potuto fare niente di importante nella mia vita. Addirittura, una mia insegnante delle medie aveva detto, davanti a tutta la classe, che avrei potuto fare solo la cameriera (evidentemente per lei svolgere un lavoro onesto e faticoso era un’offesa, mentre io nutro grande rispetto per questo e tanti altri mestieri); era evidente che l’avesse detto con accezione dispregiativa, mirata ad offendermi.

Potete immaginare la mia autostima, ma non per l’esempio scelto, bensì per la cattiveria gratuita, in fondo volevo fare la parrucchiera perché lo sognavo fin da piccola non perché non volessi studiare.

Finalmente dopo pochi mesi, arriva il momento fatidico di scegliere cosa avrei dovuto fare da grande: “beh che domande! LA PARRUCCHIERA!”

Finalmente potevo fare quello che mi piaceva! Inizio la scuola e dopo soli 3 mesi inizio a lavorare. Non riesco a descrivervi l’emozione provata la prima volta che entrai nel salone…che meraviglia!

Ero emozionata, agitata, era bellissimo! ma io che avevo l’autostima sotto i piedi, non davo proprio tutta quella dimostrazione di felicità, perché malgrado tutto il mio desiderio, stavo partendo già rassegnata, pensando che tanto non avrei combinato nulla.

Per fortuna ero tenace, costante e soprattutto, io volevo fare quello.

Non vi racconto che le persone che ho incontrato nel corso degli anni hanno abbassato le mie convinzioni; mi veniva detto molto spesso che non ero capace, che non sapevo parlare e che non ero in grado di fare bene il mio lavoro. Era un continuo bombardamento anche se comunque lavoravo, mi impegnavo e vedevo che non venivo lasciata a casa, quindi questo comportamento ambiguo, contrastante, mi metteva in crisi; mi faceva pensare che non fossi nemmeno in grado di vedere certe differenze. Da lì e per quasi dieci anni, mi sono quasi convinta che non avrei mai fatto nulla di buono.

Poi successe la magia. Ho iniziato a fare 2+2, a confrontare le cose che mi venivano dette con ciò che facevo. Avevo iniziato a dare peso diverso alle parole ed ai fatti. La bilancia si stava riequilibrando.

Mi sono chiesta come mai se non ero capace di fare niente, le clienti mi cercassero. Come mai riuscissi a produrre dei risultati economici soddisfacenti. Caspita! Avevo un giro di clienti che mi apprezzava. Era iniziata la presa di coscienza, la consapevolezza e con esse, una guerra con me stessa per sbarazzarmi di tutte quelle convinzioni che mi avevano inculcato sin da piccola; dovevo scontrarmi con la persona che mi avevano portato ad essere. Ero diventata più sicura di me, adoravo fare quello che facevo e lo facevo con tutto l’entusiasmo e la voglia di imparare e migliorare.

Inutile dirvi che quando ho fatto pace con me stessa (avevo 24 anni, ci ho messo un po’ in effetti) mi sono licenziata (dalla disperazione o esasperazione) e ho iniziato a dire che se avevo lavorato per altri producendo un discreto risultato, avrei potuto farlo anche per me stessa. In due mesi ho trovato il mio Salone, con lui è stato amore a prima vista; non era bello per come lo avevo visto ma lo immaginavo già come sarebbe stato.

Ho iniziato a lavorare nonostante qualcuno pensasse che avrei chiuso in 6 mesi, come motivarmi di più a fare meglio? Non ero più la ragazzina plasmabile. Mi era uscito un carattere e una grinta che al posto di abbattermi mi hanno resa più forte combattiva e – lasciatemelo dire – cazzuta!

Nei primi mesi ho imparato tante cose nuove, mi sono sempre informata e formata. Ho frequentato  (tuttora frequento) corsi che potessero saziare la mia curiosità. Poi sono arrivate delle richieste per andare ad insegnare agli altri parrucchieri (avevo 26 anni). Che bello! Ero lusingata perché non l’avevo cercato io, me l’avevano chiesto altri parrucchieri che mi avevano vista lavorare ai corsi e così – quasi incredula – ho iniziato anche questa esperienza bellissima ma faticosa. Ero appena nata come titolare, il mio salone aveva solo 1 anno e mezzo ed io non avevo 10 dipendenti come tutti i miei colleghi, non potevo delegare nessuno e l’impegno era tantissimo. Non avevo più giorni liberi, non c’erano più sere a disposizione e quando ho pensato che le forze venivano a mancare per quello che per me era importante ossia il salone e le mie clienti, ho preferito rinunciare ad andare in giro per l’Italia a fare da tutor agli altri; ho sempre sostenuto che se si vuole insegnare, lo si deve fare e come potevo insegnare agli altri a fare bene, se a me mancavano le forze?

Il costante impegno e l’obiettivo di miglioramento, mi hanno portato un giorno a creare la mia linea (ormai sono passati 10 anni da quando è nata); finalmente potevo essere fiera di tutto quello che avevo fatto e potevo dare alle mie clienti un prodotto esclusivo, che rappresentasse me in tutto. Quella linea si chiamava Angel’s Hair esattamente come il mio salone.

Sempre dovuta alla mia ambizione e voglia di crescere mi sono diplomata anche in estetica, perché immaginavo di fare belle le mie clienti dalla testa ai piedi. È fantastico poter rendere qualcuno bello, sentirne la soddisfazione di piacersi in toto.

Il salone a quel punto era diventato molto piccolo e: “allora ingrandiamolo!”. Sono passata da 65mq a 140mq; avevo ben chiaro il mio concetto di bellezza (da qui il nuovo nome CONCEPT BEAUTY) e l’ho realizzato. Ad oggi, ho realizzato tutto ciò che mi sono prefissata e sono orgogliosa di ciò che ho fatto e ciò che sono. Ho la stima delle mie clienti e io stimo loro. Non ho perso tempo e qualunque cosa o idea mi venisse in mente l’ho sempre messa in pratica.

Ho ancora tante idee da realizzare, ma la cosa più importante è che NESSUNO PUÒ DIRTI COSA PUOI O NON PUOI FARE. SEI SOLO TU CHE CI DEVI CREDERE! CI VUOLE COSTANZA E AMORE.

Mi hanno sempre demolita psicologicamente ma non ho mai mollato. E la costanza mi ha ripagata.

P.S

Ho realizzato un'altro sogno si chiama OraBella un nuovo spazio per donare bellezza senza attese.

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